1994,
Il fenomeno DOOM impazzisce fra la folla,
Il successo era tale da portare non solo i fan ma anche i media ad utilizzare il termine "Gioco alla Doom" per identificare un qualsiasi FPS pubblicato dopo il '93; lo stesso Bill Gates si interessò così tanto da utilizzarlo come pubblicità per i suoi Windows '95 e Direct-X di prossima uscita, peccato che lo spot venne rimosso poco tempo dopo la messa in onda.
Un successo "destinato" a durare, pensateci... ancora oggi i fan impazziscono quando sullo schermo gigante del Quakecon viene proiettato anche solo un estratto di Cinematic che possa avere a che fare con un DOOM o un suo DLC.
Fu il gioco definitivo: al centro dell'attenzione per la sua violenza esagerata, sulla bocca di tutti i giocatori dell'epoca per la sua difficoltà, motivo di paura e sdegno da parte dei genitori spaventati per la sorte dei propri figli (Perché, perché nessuno pensa ai bambini? - cit. Simpson).
Nell'Ottobre dello stesso anno, sugli scaffali Europei - distribuito da GT Interactive - comparve DOOM II: Hell on Earth!
Il più grande successo commerciale per la id Software e consacrazione a Dio dell'Olimpo-Videoludico per John Romero.
Sotto l'attenta direzione di Carmack e dello stesso Romero, un giovanissimo American McGee (che lavorò allo sviluppo anche del primo titolo) che diede nuova vita a questo titolo da competizione, rendendo le ambientazioni ancora più oscure e grottesche, tramite l'utilizzo di elementi Dark ispirati alle copertine di gruppi Heavy Metal dell'epoca. Così nascono personaggi e situazioni che hanno reso DOOM II noto come "Il gioco del Diavolo".
Ma stiamo divagando, torniamo alla nostra missione: Eviscerare gli esageratissimi 400Mb (versione Download di Steam) per raccontarvi la storia di un uomo sconfitto che è divenuto legenda!
DOOM II: Hell on Earth (1994)
I Demoni hanno conquistato la terra,
le città sono in fiamme, le due realtà (quella eterea e quella fisica) sono divenute tutt'uno, i pochi umani sopravvissuti sono detenuti all'interno di strutture sorvegliate dell'esercito oscuro e... hanno osato ammazzare Daisy!
Il Doomguy, carico di rabbia e disperazione, si addentra fra le rovine in fiamme con l'unico scopo di vendicare la sua coniglietta domestica, ma una volta raggiunto il QG verrà incaricato di liberare il Porto Spaziale ARCA (Missione Alpha) per permettere la fuga dei prigionieri verso l'esterno del Pianeta. C'era veramente bisogno di un altro motivo per mandarlo a trucidare feccia oscura?
Raggiunto Aplha scoprirà che i Demoni hanno alzato una barriera invisibile intorno allo spazio-porto, ben consci che fosse l'unica via di fuga per i prigionieri umani; facendosi breccia fra i ranghi infernali raggiungerà il capo dell'invasione, una seconda Aracnomente Suprema (Spider Mastermind) molto più grande e temibile di quella incontrata su Deimos, una volta sconfitta libererà l'Arca permettendo l'atterraggio delle navi U.S.M.C. e UAC.
Ma per lui non c'è più speranza.
Troppo lontano dal porto e circondato dall'esercito demoniaco, il Doomguy viene abbandonato sulla terra esausto; le orde infernali non cessano ad arrivare e l'ottimismo viene velocemente spazzato via dalla mole di nemici in avvicinamento.
Ma non è detta l'ultima parola!
Un comunicato radio lo informa che, grazie al suo intervento a terra, sono riusciti a localizzare la fonte dell'invasione, situata sotto un laboratorio UAC in disuso da tempo (Missione Bravo).
Raggiunto Bravo scoprirà che la suddetta fonte altri non è che un secondo Demone, molto più grande e spaventoso degli altri:
Si presenta come un enorme testa caprina incastrata in un macchinario metallico che gli infligge pene mostruose e allo stesso tempo gli espone il lobo frontale al vento, permettendo così l'uscita di demoni dalla fessura cerebrale centrale, il suo nome è Baphomet (o Icona del Peccato - nome del capitolo e nome ufficiale del BOSS dal 2016) ed è l'ultimo ostacolo verso lo sterminio Demoniaco; una volta sconfitto l'esercito oscuro è obbligato alla ritirata e il nostro eroe può finalmente riposare, in attesa dei nuovi piani di ricostruzione da parte della UAC.
Doom II: Hell on Earth fu motivo di polemica,
i massmedia che già si accanivano contro il mondo videoludico, per titoli come Mortal Kombat (1992) o Killer Instinct (1994), trovarono terreno fertile nel codice oscuro di questo titolo, ma allo stesso tempo aiutarono ad accrescere la sua fama, facendogli ottenere un buon numero di consensi fra il pubblico e la critica specializzata.
Divenne un vero e proprio fenomeno di culto, usato nelle fiere e nei tornei come titolo multiplayer da competizione fino al 1999 (anno di pubblicazione di Quake III: Arena) e generando una lunghissima serie di romanzi che andavano ripercorrendo (non proprio fedelmente) la trama del capitolo precedente.
Analizzando il titolo e la sua Storyline è impossibile rimanere indifferente alla comparsa del Baphomet,
questo essere il cui supplizio genera creature infernali utilizzate poi come arma; è palese il suo dolore e la sua paura, vorrebbe solo essere lasciato in pace ma non è così che deve andare...
American McGee e John Romero confermano di essersi ispirati al poema epico di John Miller "Il Paradiso Perduto", dove Satana partorisce sua figlia "Sin" (da qui il nome "Icon of Sin") proprio dal lobo frontale - per antonomasia John Miller si ispirò al mito greco di Zeus e Athena.
Altra cosa che può sorprendere il giocatore, è una voce distorta che fuoriesce dalle casse del PC una volta trovatosi al suo cospetto,
parole senza senso e impossibili da decifrare sembrano essere pronunciate dal possente demone, ma in realtà non è così.
Le parole esatte sono: "oremor nhoj, em llik tsum uoy, emag eht niw ot"
che se pronunciate al contrario diventano: "to win the game, you must kill me, John Romero" (tr: per vincere il gioco, dovrai uccidere me, John Romero).
Infatti, tramite codice, è possibile raggiungere una stanza posta dietro il Baphomet contenente un nemico segreto molto potente il cui sprite raffigura proprio il volto di John Romero; la cosa simpatica è che attaccando il Baphomet dall'esterno i veri danni vengono inflitti a lui, per questo motivo l'unico punto debole della bestia è il cervello esposto, poiché è l'unico accesso a quella stanza.
Le origini di tale creatura, sotto il punto di vista della Lore, sono state affrontate negli ultimi due capitoli distribuiti da Bethesda Softworks, ovvero Doom (2016) e Doom: Eternal,
ora sappiamo che l'essere in questione è in realtà il figlio rapito di Valen, una sentinella che tradì il proprio ordine per salvare la vita della sua prole... ovviamente i Demoni, una volta ottenuto ciò che volevano, hanno lasciato che il piccolo si trasformasse nell'Icona del Peccato, così da utilizzarlo per i propri scopi invasivi.
L'icona del peccato è infatti presente in tutti e due i titoli rilasciati da Bethesda, nel primo come cadavere posto all'entrata dell'arena (le poche rimanenze dello scontro avvenuto in Doom II: Hell on Earth) e nel secondo come boss finale riportato in vita dalla Kahn Maykr, essere semi-divino villain principale del nuovo capitolo... ma questo lasciamolo alle prossime pubblicazioni. Ci vediamo domenica prossima con la terza parte dedicata a FINAL DOOM e alla sua particolare storia editoriale!